Categoria: Scritture

  • Holzmaden Saurierfredhof

    (poesia)

    Felice di segnalare la pubblicazione della raccolta poetica Holzmaden Saurierfrëdhöf grazie alla Italic peQuod.
    Novembre è il mese adatto, inizia con una ricorrenza, la visita ei cimiteri e il cimitero è l’oggetto attorno al quale gravitano le poesie di Holzmaden.

    Kristian Fabbri, Holzmaden Saurierfrëdhöf. Cimitero dei dinosauri di Holzmaden, Italic peQuod, 2025

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    La raccolta presente poesie scritte negli ultimi 5 anni durante i quali iniziato a frequentare il cimitero, e tutte le poesie scritte e, alcune, lette durante l’evento pubblico ‘In memoria’ realizzato da ‘Altrove – Spettacolo Teatrale Dal Vero’.

    Diviso in sette parti, le prime due personali e le altre scritte per “In memoria” dell’esperienza di Altrove, confesso che sono contento del risultato, anche del manufatto libro, grazie alla passione e competenza dell’editore. Spero lo siano altrettanto i lettori.

    Seguendo la linea poetica dei precedenti anche per questo volume il titolo fa riferimento ai dinosauri: Holzmaden è un comune tedesco, di circa duemila abitanti, nel distretto di Stoccarda, noto per il ritrovamento di un ricco un giacimento fossile, un cimitero di dinosauri, risalente al periodo giurassico.

    La bambina partorita due volte

    La bambina partorita due volte
    ha un cuore bianco avvolto nelle coperte
    ricamate in cinque lingue
    e conosce i fratelli
    di questo e dell’altro mondo.
    Nulla so, di lei,
    se non quello che ne è stato scritto
    e della volontà della madre
    che regala il mondo, qui
    e l’universo della precisione: le specie, le case.

    La pioggia non sbaglia mai

    La pioggia non sbaglia mai
    arriva, cade, evapora.
    sbagliarono le mani
    a contenere la terra
    addomesticare i campi
    a cuocere il pane.

    Quante volte abbiamo parlato dei sassi?

    Quante volte abbiamo parlato dei sassi?
    Mai.
    Quante volte?
    Mai abbiamo parlato dei sassi.

  • Misurare l’aria.

    Il comfort

    Felice di segnalare l’uscita del mio nuovo libro “Misurare l’aria. Il comfort” Mimes Edizioni nel quale racconto il comfort termico, la sua storia e la sua influenza nella storia dell’architettura e della società.

    (dalla quarta di copertina)

    Quando caldo è troppo caldo? Cos’è la temperatura percepita? Perché in una sala d’attesa c’è sempre una persona che si lamenta per il freddo eccessivo o le correnti d’aria? Si scrive comfort o confort? Dal concetto di comfort nasce la diffusione degli impianti termici, quando diventa possibile controllare la temperatura e l’umidità degli ambienti. La storia del comfort termico inizia negli anni Trenta del XX secolo a opera di P. Gagge, ma è nel 1970 che P.O. Fanger scrive l’equazione in grado di prevedere il comfort percepito negli ambienti indoor. Negli stessi anni la bioclimatologia elabora la temperatura percepita per valutare il comfort negli spazi all’aperto e prevedere gli effetti sulla salute delle ondate di calore. L’architettura del XX secolo deve (anche) alla possibilità di controllare il comfort a tutte le latitudini il suo successo. La sfida dell’architettura e dell’urbanistica del XXI secolo è garantire comfort, salute e sostenibilità ambientale, una questione tecnica e culturale.

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  • Il portatore (#paralipiadi2024)

    (ritrovata nei file e ripropongo oggi, come archivio)


    Il portatore

    Il portatore
    di handicap, avanza
    con la forza elettromagnetica, arriva
    dalla rampa laterale
    sì, da allungare il percorso,
    sì, da rendere rapida la salita,
    al golgota del sagrato.

    Che il Signore preda con sé
    l’architettore, pigro solutore
    di burocratica segregazione,
    si sappia di cosa è portatore

    Il burocrate
    del Vangelo, legge
    con intellegibilità didascalica, arrota
    dalle citazioni la morale
    sì, da adempire al compito,
    sì, da consegnare il pane,
    al negozio del sagrato.

    Che il Signore sia con il mio spirito
    collazione di omelie e punti fedeltà
    sì, sappia di quanti ne è portatore.

    Al centro
    in fronte alla rappresentazione del Dio
    sofferente, è il portatore,
    e dietro, il popolo dei giusti
    a rendere conto delle proprie colpe,
    in fronte al sofferente
    di azioni, di opere, di omissioni.

    Che abbassa gli occhi, al timido
    incomodo all’incedere in navata
    verso il pane, come se ne avesse colpe,

    ed è (a) questo che prego
    che gli occhi del portatore
    trovino sguardo dritto,
    fiero verso quel Dio
    non più sofferente,
    davanti con sguardo in piedi

    di fronte al mondo
    di fronte alla rappresentazione
    di fronte al popolo dei giusti,

    Che non è nessuna
    vergogna o colpa,
    nell’esserci

    e prego
    per il Signore, burocrate
    causa, di ogni vergogna e colpa,
    prego
    perché si perdoni
    per sua colpa, sua grandissima colpa,
    tu solo mandante,
    tu solo il colpevole
    tu solo l’altissimo collezionista
    dei punti fedeltà.

    Sia dato al portatore,
    ciò di cui ha bisogno,
    nessuno scrigno di pietà o compassione,
    nessuna remissione
    date al portatore,
    amici e parole
    e canti,
    e canti ancora
    a tutt’occhi
    a tutta gola.

    Che sia il tempo solo
    dei canti
    e canti in coro.

    (Riproduzione riservata. Il materiale contenuto è consultabile e riproducibile a patto di citarne fonte ed autore ed i relativi link)

  • Il dramma “Le sette misericordie di Caravaggio” vince il secondo Premio Fondazione Teatro Carlo Terron 2023 (2 marzo 2024)

    Il testo drammaturgico ‘Le sette misericordie di Caravaggio’ (SIAE: 953525A) vince il secondo Premio Fondazione Teatro Carlo Terron 2023, della Rivista Sipario consegnato sabato 2 marzo presso il Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro Milano.

    Il premio è stato ricevuto dall’autore da Alessandro Quasimodo attore, poeta e regista alla presenza di Claudia Lawrence, Giulia Lazzarini e del Direttore della rivista Mario Mattia Giorgetti.

  • Liberare il bambino – MelvilleEditore

    quindi scrivi qualcosa, un racconto in racconti, un ricordo per liberare un racconto;

    quindi invii a un concorso; quindi lo pubblicano, piccolo, leggero;

    quindi
    .
    Kristian Fabbri, Liberare il bambino, Melville editore, 2023

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    melvilleditore #libri #racconti #leguin #ursualeguin #liberareilbambino

    Dalla quarta di copertina: “Dormi, domani il cielo ti attende” La pace, il quieto vivere costano e se questo costo fosse la sofferenza di un bambino? Il racconto è stato scritto e il bambino, quel bambino, è chiuso in una stanza, una cantina, un tugurio con quattro scope, ma è un racconto, finzione; gli altri bambini, invece, quelli veri sono in fondo al mare, o sulle spiagge, come addormentati, o nelle tende, oppure, ancora, in altre miserie necessarie perchè si realizzi, almeno in aparenza, almeno in qualche parte del mondo, per qualcuno almeno, la pace.

  • La forma e la formula

    Kristian Fabbri
    LA FORMA E LA FORMULA.
    La sostenibile leggerezza ovvero cosa intendi per sostenibilità
    Libria Editore, 2023, ISBN 978-8867642984

    Il volume affronta il rapporto tra forma e formula in architettura: dalle risposte al clima locale, presenti fin da Vitruvio, ai problemi della salubrità delle abitazioni, affrontato nel XIX secolo e da tutto il Movimento Moderno; dai problemi energetici, dopo la prima crisi del 1973, alla sostenibilità del costruire, causa e soluzione al problema dei cambiamenti climatici e dell’attuale crisi energetica. Passando per i testi di Olgyay, Givoni, Fanger, Mazria, l’autore si fa sostenitore di un’architettura inclusiva a scala umana.

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    ***

    L’architettura è forma. La forma è la sostanza dell’architettura, senza forma non esiste né contenuto né contenitore. La forma è la risposta architettonica alle necessità dell’abitare, del vivere.  
    L’architettura è formula, dal latino diminutivo di forma, regola, senza formula non esiste il progetto che porta alla formulazione, ovvero a ‘esprimere secondo la forma’.

    La storia si ripete con altre parole.

    Collezionando testi e manuali tecnici dell’architettura, in particolare sui temi legati alla sostenibilità – in senso ampio: energia, impianti tecnici, trattati, urbanistica, fisica degli edifici – mi sono accorto che, nel tempo, si ripetevano più o meno gli stessi termini e concetti (orientamento, protezione dagli agenti atmosferici, qualità dell’abitare, bellezza), seppure declinati in maniera differente a seconda dell’epoca storica.
    Il volume propone una nuova lettura del rapporto tra forma e formula in architettura: dalle risposte al clima locale, presenti fin da Vitruvio, ai problemi della salubrità delle abitazioni, affrontato nel XIX secolo e da tutto il movimento moderno; dai problemi energetici, dopo la prima crisi energetica, quella del 1973, alla sostenibilità del costruire, causa e soluzione al problema dei cambiamenti climatici e dell’attuale crisi energetica; passando per testi capisaldo di Olgyay, Givoni, Fanger, Mazria, per concludere con una proposta per il prossimo secolo, un’architettura inclusiva, a scala umana.

    «Il XXI secolo, nasce interamente nell’Antropocene, si apre con l’evidenza dei cambiamenti climatici, della necessità di ridefinire il modello di sviluppo così come si è realizzato dalla rivoluzione industriale in poi, incluso il modello insediativo e urbanistico, oltre a ridefinire, nell’economia, il rapporto con la natura e con l’ambiente, e una serie di problemi di scala mondiale e, al tempo stesso, locale.» (p.171)

    Come fare?
    L’architettura è la risposta (una risposta).

    indice

    Capitolo 1 – La sostenibile leggerezza (ovvero: cosa intendi per sostenibile)
    Capitolo 2 – Clima
    Capitolo 3 – Salubrità

    – Asse eliotermico
    – Il Movimento Moderno
    Capitolo 4 – Milestones
    – Victor Olgyay, Design with Climate (1963)
    – Baruch Givoni, Man, Climate and Architecture (1969)
    – Edward Mazria, The Passive Solar Energy Book (1979)
    Capitolo 5 – Energia
    – – I limiti dello sviluppo (1972)
    – Le soluzioni progettuali
    – – Design for a Limited Planet (1976)
    – Le soluzioni tecniche
    – – Architecture and energy (1977)
    – – The Solar Home Book (1976)
    Capitolo 6 – Sostenibilità

  • Premio Gozzano 2021 – III Classificato Silloge inedita

    Kristian Fabbri si è classificato terzo al XXIIº Concorso Letterario Guido Gozzano, (motivazioni) con i testi scritti per lo spettacolo “Altrove, in Memoria” portato in scena nel suggestivo cimitero storico di Capanne di Verghereto.

    Si riporta una poesia



    Dimenticai il mio nome

    Dimenticai il mio nome
    prima di tutti gli altri.
    Dimenticai il nome delle stanze
    la camera, dov’era il bagno e la cucina
    la sedia, il tavolo
    mi guidavano al posto
    che dicevano essere il mio.


    Ora siedo a pranzare
    con la mia famiglia
    o a cena, non ricordo:
    era questo il mio posto?
    Io, che ero sempre in piedi,
    il piatto in mano, a cucinare
    e servire a tavola, ora
    sono seduta, servita.

    Dimenticai il mio nome
    e il numero dei miei figli
    mi ripetevano nomi al sentire i quali
    alzavo la testa
    come a un richiamo, a un segno.

    Scordai il giorno e la notte,
    e, per ricordarmi il giorno dalla notte,
    per ricordarmi delle stanze e delle cose,
    spostavo piatti, vasi, cuscini
    per portarli al loro giusto posto:
    nel frigo, in bagno, in soffitta
    perché li cercassero, in piedi anche loro,
    da una stanza all’altra
    persi dietro a nulla, al nulla, come me.

    Dimenticai anche il cielo e
    la terra; il mondo si dimenticherà di me
    a mia memoria, il mio nome:
    io,
    ho ancora questa parola per dirmi, ora
    ricordo che ero, per chi ero,
    io, ero felice di imparare ancora, e
    tu?
    Tu che fiori mi porti?
    Come ti chiami?
    Quando arriva l’uva?
    E la mamma?


    MOTIVAZIONE KRISTIAN FABBRI

    La silloge di Kristian Fabbri, «A memoria», in quest’autunno che puntualmente scivola verso l’imminente celebrazione dei defunti, ci riporta alle atmosfere romanticamente cimiteriali di Thomas Gray, Foscolo ed Edgar Lee Masters, ma con l’aggiunta di un tocco moderno e personale. Il luogo delle sepolture diventa letteralmente un «campo santo», territorio di trapasso fisico e metaforico, architettura d’incontro tra l’incontestabile finitudine del corpo e l’agognata continuità nello spirito di chi resta. Come nell’«Antologia di Spoon River», il ricordo del quotidiano ormai estintosi e le faccende rimaste in sospeso fanno irruzione nella terra che ancora non trova pace. Dalle tombe si levano quesiti, ora rivolti a chi vive, ora a chi regna su vivi e morti. Quesiti che smuovono e commuovono. Le risposte hanno differenti colori, quelli dei fiori a cui i sepolti non sanno e non vogliono rinunciare. Una sorta di « dimmi che fiore mi porti e ti dirò cosa sono stato per te». Le liriche sono racconti che hanno scelto la brevità del verso per orchestrare i molteplici punti di vista dell’autore e conferire una musicalità scattante al suo incessante rivolgersi a se stesso, a Dio, al lettore. Il finale è una spirale di corsi e ricorsi storici con cui Fabbri pare voglia fare i conti, annoverando nel bilancio anche la variabile pandemica che non ha fatto altro che aggiungere polvere ai tumuli sempre più bisognosi di tutta la nostra memoria emotiva. (Scritta da Gabriella Montanari)

  • Posso tornare a te – Documentario Storia della Beata Suor Maria Laura Mainetti (zia Teresina) – scritto e ideato da Grazia serra

    Posso tornare a te – Documentario Storia della Beata

    Suor Maria Laura Mainetti (zia Teresina) – scritto e ideato da Grazia serra”Posso tornare a te”. Storia di suor Maria Laura Mainetti
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    link youtube

  • Distanze Obliterate

    Pubblicate quattro poesie nella collettanea Distanze Obliterate di Almapoesia

  • TEDx Cesena – Innamorarsi di un luogo: Biblioteca Malatestiana e microclima storico | Kristian Fabbri

    La Biblioteca Malatestiana di Cesena, che compare dal 2005 nel Registro della Memoria del Mondo dell’Unesco, è un edificio straordinario. Kristian Fabbri ne è innamorato e, tramite un recente studio, ha portato alla luce elementi estremamente interessanti della sua costruzione e del suo microclima, che hanno permesso di garantire la perfetta conservazione dei manoscritti dal ‘400 a oggi. Dello studio e di cosa abbia generato in seguito, Kristian ci parla in questo avvincente talk.

    This talk was given at a TEDx event using the TED conference format but independently organized by a local community. Learn more at https://www.ted.com/tedx

    Qui il link