Mese: Settembre 2013

  • Colazione da Carnot

    Il contenitore del latte, intero e non parzialmente scremato, si trova nel frigorifero posto vicino alla finestra, nello scompartimento inferiore dello sportello con la maniglia a scatto, quello che si trova a circa 4 -5°C. L’apertura richiede una discreta forza applicata per vincere la resistenza della giunzione tra le guaine del frigorifero. All’apertura il frigorifero presenta uno scompartimento con i piani per la posa degli alimenti, si trovano delle pesche nella parte inferiore, un cespo di insalata, nello scompartimento superiore, due barattoli di yogurt, un quarto di formaggio di mucca ed una confezione di carne bianca: pollo o tacchino. Lo sportello è dotato di due ripiani, in uno dei quali, nella parte in alto, si trovano alcune uova, in apposito portauova ed un pezzo di burro, il contenitore del latte si trova in basso, a fianco alla bottiglia di vino rosso.
    Il piccolo spazio interno del frigorifero, si trova ad una temperatura inferiore a quella del resto dell’ambiente cucina, grazie a delle spire poste all’interno del frigorifero, nella parete interna di fronte a quella dello sportello. All’interno delle spire scorre un fluido refrigerante, che consente di abbassare la temperatura della cella frigorifera. Per questa ragione il piccolo spazio interno del frigorifero è dotato di un isolamento di 4-6 centimetri di schiume isolanti, e la chiusura deve rimanere sigillata con le guaine. Anzi è bene essere veloci nel prendere il latte, e chiudere lo sportello, altrimenti l’ingresso dell’aria dell’ambiente, ad una temperatura superiore, aumenta il contenuto di energia interna ed entalpia all’interno del frigorifero, e quindi ne innalza la temperatura.
    […]

    Il percorso che porta all’invenzione del frigorifero inizia nel XVIII° secolo con la Rivoluzione Industriale, grazie all’osservazione di Denis Papin (1647-1772) scienziato ed assistente di Christiaan Huygens (1629-1695) una delle figure cardine della rivoluzione scientifica al pari di Galielo e Newton che si occupò di meccanica e ottica. Denis Papin nel 1679 scopre le possibilità offerte dal vapore e costruisce una rudimentale pentola a pressione, un recipiente chiuso ermeticamente in cui fa bollire l’acqua. Papin osserva che l’innalzamento della pressione e della temperatura consente di far bollire l’acqua con una minore quantità di calore, e quindi con minore tempo.

    […]

    INfintePower

    Kristian Fabbri.  

    (Riproduzione riservata. Il materiale contenuto è consultabile e riproducibile a patto di citarne fonte ed autore ed i relativi link)

     

  • Architettura & Divulgazione

    Al pari della divulgazione scientifica, e culturale in genere, penso sia necessaria una “divulgazione architettonica” che consenta di comunicare ai non addetti ai lavori, in primi i decisori politici e gli scienziati ed intellettuali mainstream che discutono sul paesaggio e sostenibilità, cosa significa lavorare nel settore delle costruzioni e fare architettura, costruire il paesaggio.

    L’architettura non è ancella né dell’arte ne della scienza o della tecnica, è una conoscenza che accompagna l’umanità fin dalla sua nascita, come le parole, nate attorno al fuoco, così l’organizzazione degli insediamenti, la lettura del territorio per la caccia. Inoltre rispetto ad arte e scienza vi è una responsabilità sociale diretta, data dall’abilitazione professionale e dall’esercizio di funzione pubblica, come conferma l’asseverazione ai sensi dell’art.481 del codice penale, presente in ogni documento o asseverazione per le pratiche edilizie.

    Perché è necessario divulgare e comunicare l’architettura ?

    Come per la scienza e per l’arte, per i diritti civili e la convivenza democratica, così anche la comprensione delle strutture urbane, della composizione degli edifici, la cura e l’identità di un territorio o di un paesaggio sono competenze che vanno educate, dato che hanno un loro linguaggio.

    L’educazione consente di evitare slogan e fideismi da ogni lato: che riguardino le istanze ambientaliste (non costruire), della tutela dei monumenti (non toccare) o le necessità del settore delle costruzioni (creare lavoro) o le dinamiche dell’abusivismo (bisogno di case e criminalità).

    Se una collettività non conosce, non ha cura (nel senso inglese di “care”) di un manufatto architettonico o di un paesaggio, non ci sono regole che tengono contro abusivismo e devastazione.

    Viceversa le regole sono condivise e rispettate se questi beni appartengono all’identità della comunità, meglio ancora se fin dall’infanzia, ed è possibile nominarli e descriverli, come si fa con le piante od i luoghi dell’infanzia, allora l’uso consapevole della risorsa suolo, dell’ambiente e della tutela anche quando si interviene con delle modifiche.

    Quindi ?

    I sei punti dell’articolo di David M.Eagleman “Why Public Dissemination o Science Matters: A Manifesto(The Journal of Neurosceince, July 24, 2013 – 33(30): 12147-12149 sulla comunicazione della scienza costituiscono un utile riferimento per proporre un Manifesto per la divulgazione architettonica.

    Riprendo i sei punti, adattandoli alla “Divulgazione architettonica”. 

    Manifesto per la Comunicazione dell’architettura (Bozza Versione 0.00)

    1. Ringrazia chi ti finanzia (Thanks your funders)

    L’architettura è un’attività economica, che prevede una committenza, pubblica o privata, che finanzia e che necessita dell’opera costruita. Come spesso ci ripetiamo tra architetti, un brutto quadro posso deciderlo di non andarlo a vedere un brutto libro posso decidere di non leggerlo, ma un brutto edificio resta in città per anni. Il committente è il cliente e la collettività.

    Il committente, le sue esigenze sono la ragione per cui si costruisce, e se queste sono sbagliate o dannose, vanno correte ed allo stesso tempo la “volontà espressiva” o il linguaggio del progetto deve essere condiviso. Il committente e la collettività non sta comprando un quadro o un soprammobile, ma un edificio che abiterà per buona parte della sua vita, e che rimarrà in piedi per decenni modificando il paesaggio e la città.

    2. Ispirare e stimolare il pensiero critico (Inspire critical thinking)

    … coming soon 

    3. Controlla il flusso della cattiva informazione (Stem the flow of bad information)

    … coming soon 

    4.Informare la politica pubblica (Inform public policy)

    … coming soon 

    5. Chiarire cosa è e cosa non é architettura (Clarify what science is and is not)

    … coming soon 

    6. Condividere la bellezza e la fatica del fare architettura (Share the raw beauty of scientific pursuit)

    … coming soon 

    Kristian Fabbri

    (Riproduzione riservata. Il materiale contenuto è consultabile e riproducibile a patto di citarne fonte ed autore ed i relativi link)